| Francesco++ |
| | Altri articoli di Elisa per Cinquegiorni: www.cinquegiorni.it/news.asp?id=8319QUOTE PER ELISA - La guerra in Bosnia vent’anni dopo
Nell’aprile 1992 esplose la guerra in Bosnia: un conflitto andato in scena praticamente dietro l'angolo, a venti minuti di volo dalle coste italiane, e alla cui origine ci sono ragioni di potere, non certo motivi etnici o religiosi come ci venne fatto credere. Sarebbe durato tre anni e avrebbe causato la morte di decine di migliaia di innocenti e la distruzione di chiese, moschee, ponti, ferrovie, insomma di intere città.
Giovedì Uno Mattina ricorderà quei giorni spaventosi e l'assedio di Sarajevo, città martire, che venne circondata e bombardata dalle truppe serbe per oltre mille giorni: un assedio più lungo di quello subìto da Stalingrado durante la seconda guerra mondiale, nel cuore d'Europa. Solo nella capitale. In quei mille giorni, oltre duemila bambini morirono per mano dei cecchini e delle granate. Gli accordi di Dayton, nel 1995, siglarono una pace “fredda”, che a due decenni di distanza da quella primavera di sangue determinano la presenza ancora oggi delle truppe della coalizione internazionale in Bosnia.
Noi ricorderemo quei drammatici eventi spostando una parte della trasmissione (che sarà interamente dedicata al ventennale dello scontro) nella capitale della Bosnia. Franco Di Mare sarà in costante collegamento dalla sede della televisione di stato di Sarajevo dove avrà numerosi ospiti. Anche io in studio, a Saxa Rubra, avrò molti ospiti con i quali ragionare sui motivi che spinsero un popolo che sembrava unito a una guerra fratricida che ha causato tante vittime e tanto dolore. Le ragioni dell'odio sono tuttora sepolte sotto la cenere. E quella guerra alle porte di casa nostra parla ancora a noi tutti.
Elisa Isoardi www.cinquegiorni.it/news.asp?id=8640QUOTE PER ELISA - La disperazione di Paolo: «Non tornerò in India»
Mai più. Non tornerò mai più in India». A telecamere spente, dopo l’intervista appena concessa ai microfoni di Uno Mattina - per la prima volta in Rai - Paolo Bosusco racconta del suo rapimento a opera dei guerriglieri maoisti in India. Non è la paura a tenerlo lontano dal Paese in cui ha trascorso gli ultimi 22 anni della sua vita. Il fatto è che il governo indiano, dopo il rapimento avvenuto nelle foreste dell’Orissa, ha deciso di chiudere ogni attività turistica nell'area. «Non ho più lavoro da quelle parti», e mentre lo dice, gli occhi gli si velano per la commozione.
Paolo Bosusco era stato rapito il 14 marzo scorso mentre con il compagno di trekking, Claudio Colangelo, si stavano bagnando in un fiume. «Pensavamo a cacciatori tribali, ma quando abbiamo visto che le loro armi non erano vecchi archibugi abbiamo capito», spiega. «Bendati abbiamo camminato per ore nella giungla. Poi siamo arrivati al campo e lì i guerriglieri hanno fatto un referendum tra loro: alcuni volevano ammazzarci subito perché pensavano che fossimo informatori, spie della polizia». Poi hanno capito e sono cominciate le trattative per il rilascio. «Andavo due o tre volte al giorno dal loro capo per chiedergli di rilasciare Claudio, che soffriva la prigionia più di me perché non era abituato alla vita della giungla. Per fortuna mi hanno ascoltato. Voglio dire che mi scuso con tutti quelli che si sono sentiti offesi quando ho affermato che le tre settimane di prigionia sono state come una vacanza. L’ho fatto solo per mio padre: ha 89 anni e mi stava guardando di sicuro in tv. Non volevo si preoccupasse ancora di più. Non so quanto tempo resterà ancora con me». Elisa Isoardi www.cinquegiorni.it/news.asp?id=8847QUOTE PER ELISA - Uomini (eroi) contro la mafia
"Io avrei voluto fare il portiere nella vita, il portiere di condominio, per parlare con la gente ed esserle vicino”. Questo è solo uno degli aneddoti su Paolo Borsellino raccontati nel libro “Liberi tutti” di Pietro Grasso. Il procuratore nazionale antimafia, intervistato domenica da Fabio Fazio nella trasmissione Che tempo che fa, ha reso omaggio anche alla figura di Giovanni Falcone, ricordandolo con un accendino d’argento che il giudice gli aveva dato «perché voleva smettere di fumare» e che avrebbe dovuto restituirgli se avesse deciso di ricominciare. «Purtroppo l'accendino ce l’ho ancora io e un giorno spero di poterglielo ridare solo per incontrarlo: è un sogno» ha detto il magistrato, che ha poi puntato i riflettori sulla storia di Giuseppe Francese, il nono giornalista vittima della mafia, che si suicidò dopo aver scoperto e fatto arrestare i responsabili dell’omicidio del padre Mario, cronista giudiziario. “Questo è tutto ciò che potevo fare”, scrisse nel biglietto di addio.
Ricordi che rendono umani uomini diventati eroi e che possono far aprire gli occhi a molti giovani che nella cultura mafiosa sono cresciuti. Proprio come un ragazzo che conosco: Alessandro Gallo, figlio di uno scissionista del clan di Lauro, che dopo un'infanzia trascorsa a Napoli, a 18 anni si è trasferito a Bologna per frequentare il DAMS. Ora scrive, organizza lezioni di legalità nelle scuole andando contro i “valori” di un’intera famiglia, la sua, nella speranza di sconfiggere quel cancro chiamato mafia.
Elisa Isoardi www.cinquegiorni.it/news.asp?id=9099QUOTE PER ELISA - La tv che imita se stessa. Il successo di “Tale e quale show”
All’inizio fu “Re per una notte” con Gigi Sabani. Era il 1994 e sul palco del programma televisivo di Italia 1 salivano fan di cantanti famosi che duellavano imitando i propri idoli. Cinque anni più tardi l’idea fu riproposta dal duo Mike Bongiorno-Helen Hidding che portarono in prima serata "Momenti di Gloria”. Ora la sfida a colpi di imitazione torna sugli schermi tv e stavolta su Rai Uno, con “Tale e quale show”.
Il programma condotto da Carlo Conti ha debuttato lo scorso 20 aprile in prima serata e ha vinto contro Zelig su canale 5 con il 21,84% contro 17,87%. Un successo replicato anche nella seconda puntata. A gareggiare sono i vip: Luisa Corna, Fausto Leali, il comico Raffaele Cirilli, Enzo de Caro e Gloria Guida, tanto per fare dei nomi, che dopo una settimana di studio con l'imitatrice Manuela Aureli, si trasformano e omaggiano artisti del calibro di Luciano Pavarotti, Raffaella Carrà, Elton John e Julio Iglesias. Un’opportunità per artisti affermati che si mettono in gioco spogliandosi della loro individualità e provano a rendersi credibili nei panni di icone dello spettacolo di fama internazionale. E un modo per non prendersi troppo sul serio.
Elisa Isoardi www.cinquegiorni.it/news.asp?id=9233QUOTE PER ELISA - La mia nuova sfida televisiva Punto su di voi!
"Punto su di te!". Non è una promessa ma il nome del programma che andrà in onda domani in prima serata su Rai Uno. Inizialmente doveva condurlo Pupo, poi sono entrata in corsa io, in seguito è stato assegnato a Paola Perego, che però ha dovuto rinunciare per motivi familiari. E alla fine si è deciso: al timone ci saremo io e Claudio Lippi.
La telefonata è arrivata all’ultimo, una settimana fa: devo dire che è stato un fulmine a ciel sereno (ma un fulmine davvero piacevole). La trasmissione mette in sfida tra loro sei città italiane e i loro abitanti-talenti: c’è chi canta, chi balla, chi fa la breakdance e addirittura chi cerca di entrare in un pallone gigante. Per ogni città ci sarà un padrino o una madrina d'eccezione: Ricki Tognazzi per Milano, Melissa Satta per Cagliari, Biagio Izzo per Napoli, Maria Grazia Cucinotta per Messina, Paolo Conticini per Pisa e Toto Cutugno per La Spezia. A decretare i vincitori saranno il pubblico in studio e una giuria speciale.
L’obiettivo è far emergere quei talenti che non hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra, sostenuti dal vip compaesano. In questo caso il vip per me è la Rai, l'azienda che mi ha dato tante possibilità negli anni e che oggi mi mette di fronte a una grande sfida e a una buona opportunità. L'emozione è tanta ma sono sicura che al fianco di un grande personaggio come Claudio Lippi sarà tutto piú semplice... Io punto su di lui. E voi puntate su di me? Vi aspetto mercoledì sera!
Elisa Isoardi
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